ESG, i nuovi obblighi per le imprese
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Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha introdotto nuove normative che impongono obblighi stringenti per la reportistica ESG (Environmental, Social, Governance) alle imprese e agli operatori finanziari. Con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), oltre 4.000 imprese italiane saranno coinvolte in un cambiamento radicale. Queste direttive ampliano il numero di aziende soggette al reporting, introducono il concetto di doppia materialità e aggiornano gli standard di rendicontazione.
Le imprese devono ora fornire informazioni dettagliate non solo sull’impatto delle loro attività su persone e ambiente, ma anche su come queste attività sono influenzate dai fattori di sostenibilità. Questo significa un’analisi approfondita lungo tutta la catena del valore, estendendosi a monte e a valle. Oltre a ciò, nuovi requisiti di trasparenza richiedono una maggiore responsabilità da parte degli organi di amministrazione, gestione e controllo.
Per quanto riguarda gli standard di rendicontazione, l’UE ha adottato l’ESRS (European Sustainability Reporting Standard), suddiviso in standard ambientali, sociali e di governance, con requisiti specifici per le PMI. La direttiva CSRD sarà attuata in fasi: nel 2024 per enti di interesse pubblico, nel 2025 per grandi imprese non quotate, e nel 2026 per le PMI e altri soggetti, con possibilità di posticipo al 2028 per le PMI.
Le direttive europee offrono alle imprese italiane l’opportunità di innovarsi e di distinguersi in un mercato sempre più attento alla sostenibilità. Aggiornarsi e adeguarsi a queste normative non è solo un obbligo legale, ma un vantaggio competitivo. Implementare pratiche sostenibili può migliorare la reputazione aziendale, attrarre investitori, e favorire la fidelizzazione dei clienti. Inoltre, una gestione sostenibile del business può portare a risparmi sui costi operativi, riducendo sprechi e ottimizzando l’uso delle risorse.
La Direttiva CSDDD aggiunge un ulteriore livello di responsabilità, richiedendo alle imprese di valutare, prevenire e mitigare impatti negativi su diritti umani e ambiente lungo tutta la catena del valore. Questa due diligence è cruciale per le aziende che operano in settori vulnerabili come l’agricoltura, il tessile e l’estrazione di risorse minerarie. Dotarsi di un piano industriale compatibile con una traiettoria di riscaldamento globale di 1,5°C non è solo una responsabilità sociale, ma un imperativo per la sostenibilità a lungo termine.
Per restare competitivi e conformi alle nuove normative, è essenziale che le imprese agricole italiane investano nell’innovazione sostenibile. ECOPRO è qui per guidarti attraverso questo cambiamento, offrendo consulenza e supporto per adeguare la tua azienda agli standard ESG.
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